“È bellissimo!”, esclamò lei “fra poco
sarà il tuo compleanno. Dobbiamo assolutamente attendere che scocchi la
mezzanotte e poi fare subito un brindisi.” “Ma che brindisi e brindisi: domani
mattina devo svegliarmi presto che al lavoro mi hanno cambiato il turno e poi
con questi brindisi si sa come va a finire” rispose lui “finiamo che ci
sbronziamo e domani farò pure tardi.” “Ma a che ora sei nato?” chiese lei
sapendo che l’avrebbe comunque
convinto “alle due di mattina del 22 marzo
1982 e quest’anno compirò 34 anni. Madonna quanto sono vecchio!”
Gli
ultimi mesi erano stati carichi di nervosismo
per Luis e Anna dal momento che non solo avevano dovuto traslocare due
volte nel giro di pochissimo tempo, cosa che aveva creato malumori e piccole
discussioni tra loro, ma si era anche aggiunta l’inquietudine che andava aumentando di giorno in
giorno a seguito dell’allerta terrorismo diramata dai bollettini ufficiali emessi
dall’OCAM e dal passaparola tra gli amici. I militari con caschi e tute mimetiche
presidiavano non soltanto i centri del potere ma anche le piazze e le vie dove i
brusselesi si incontravano per sorseggiare una Leffe o per acquistare la spesa
della settimana. La città era sospesa in una atmosfera di
angoscia e si interrogava quando e dove sarebbe successo. Il nome di Salah
Abdeslam veniva sussurrato con circospezione e l’accento con cui veniva
pronunciato di volta in volta migliorato.
In molti sostenevano che no, qui non
sarebbe accaduto nulla: la NATO, le Istituzioni, le moschee controllate; no,
qui no: un mantra ripetuto tante volte con lo scopo tacito di
allontanare da sé l’ansia che pervadeva l’esistenza.
Inoltre, questa era l’opinione di
tanti, c’era già stato il Bataclan a far tremare il cuore di tutti e a renderli
sospettosi di ogni persona dai tratti vagamente nordafricani.
“Madonna,
se sono vecchio!”, esclamò nuovamente Luis controllando l’orologio per vedere
quanto mancasse al suo compleanno.
Stavano
insieme da due anni e si erano incontrati qui a Bruxelles al ristorante
asturiano dove lui faceva il cameriere. Era una calda serata di giugno quando
Anna l’italiana, insieme ad un gruppo di spagnoli,
aveva deciso di andare al Cabraliego per bere il famoso sidro del locale. Di lì
a qualche settimana avevano affittato uno studio assieme. Luis aveva cambiato numerosi
lavori ed ora controllava l’ingresso di un parcheggio non molto distante dalla
zona delle Istituzioni e più precisamente tra le stazioni della metro di Maalbeek
e quella di Art-Loi, proprio a due passi da rue de la Science.
“Eddai che non facciamo tardi: solo
un brindisi” le disse Anna accovacciandosi sul divano mentre Luis aveva già
messo in un angolo la divisa della società di parcheggi per la quale lavorava
in modo da averla pronta l’indomani. “Un brindisi solo, però. Ok?” le intimò
tornando indietro dopo aver controllato la temperatura dello spumante Delhaize “365”
dentro il congelatore. Arrivata la mezzanotte la tirarono fuori e tra un
brindisi ed un altro se la scolarono al volo. “Senti” domandò allora lei “perché
non apriamo anche quel rosso che hai portato il mese scorso da casa?” “Quale
rosso? Ma non l’abbiamo già bevuto” replicò Luis cominciando a sentire l’effetto
della bottiglia appena consumata. “Quello che ti ha regalato tuo sorella… come
si chiama?” fece lei alzandosi dal divano e andando alla finestra per fumarsi
una sigaretta. “Boh… prendiamo questo Nero d’Avola che hai comprato te a Natale”
consigliò lui abbassandosi per afferrare la bottiglia che si trovava accanto
alla piccola libreria colma di volumi.
Luis
e Anna si sbronzarono e fecero l’amore
tutta la notte.
E quando la sveglia puntata alle
otto, giusto in tempo per farsi una doccia e scappare al lavoro per timbrare
alle nove e mezza suonò, la spensero, e continuarono a dormire. Luis mancò così
l’appuntamento con il vagone della linea 5, esploso mentre ripartiva dalla
stazione di Maalbeek, che prendeva ogni volta che faceva il turno del mattino
per andare alla società di parcheggi dove, il 22 marzo 2016, una notte di amore
gli aveva impedito di andare.
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