venerdì 4 ottobre 2019

12. Don Abbondio su Ryanair





Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due cate-
Un viaggio su Ryanair è sempre un insieme di ansie che si scioglie
ne non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda del-
una volta saliti sull’aereo. Io in genere per scaramanzia e pigri-
lo sporgere e del rientrare  di quelli, vien, quasi a un tratto, a
zia tendo a mettermi nelle prime file. Ma non lo faccio acquistan-
ristringersi,  e a prender corso e figura di fiume, tra un promon-
do il posto come invita pressantemente la compagnia ogni volta che
torio a destra, e un’ampia  costiera dall’altra parte; e il ponte,
può, esclamando in  rosso “vuoi avere più  spazio per le  gambe?”,
che  ivi congiunge le  due rive, par che renda ancor più sensibile
allora acquista subito a soli dieci  euro il posto  numero  sedici  
all’occhio questa  trasformazione, e segni il punto in cui il lago
e potrai viaggiare comodo e come  preferisci  tu. No, io  attendo.
cessa, e l’Adda  rincomincia, per  ripigliar poi nome di lago dove

si danno delle oneste coltellate,
ha ognuno l’arma del suo continente

Aspetto l’ultimo momento  a fare il check-in proprio quando poi la
le rive,  allontanandosi  di nuovo,  lascian l’acqua distendersi e
compagnia dovrà assegnare tutti i posti anche quelli  comodi e de-
rallentarsi in  nuovi golfi e  in nuovi seni. La costiera, formata
siderati da numerosi passeggeri.
dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti
Salito e messomi comodo mi seguo noiosamente l’ennesima spiegazio-
contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce  lombarda,
ne  con le assistenti di volo che indicano le uscite di sicurezza,
il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fan-
mentre, a seconda della stagione, dentro l’aereo comincia a fare o
no somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, pur-
troppo caldo o troppo freddo.
ché sia di  fronte,  come per  esempio di su le mura di Milano che
Il passeggero accanto ha già messo un braccio grasso sul braccio-
guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal  contras-
lo ed io ho un moto di stizza che vorrei comunicargli.

le loro lingue parlano fendenti.
c’è chi bersaglia meglio nella pancia,

segno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome
Ma non è un bene. Perché la dittatura  delle  buone maniere mi im-
più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale
pone di dargli una coltellata che deve essere onesta. Ed io  trovo
con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in vallon-
moralmente inaccettabile dare una coltellata  onesta. Quindi  poso
celli, in erte e in ispianate, secondo l’ossatura de’ due monti, e
il capo sul finestrino, il tempo di rullaggio e di decollo e sono

il  lavoro dell’acque. Il  lembo estremo,  tagliato dalle foci de’
pronto per dormire.

chi taglia al collo come coi capretti
e chi finisce l’altro a calci e pugni

torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vi-
Le voci delle assistenti di volo e il loro prodigarsi per  vendere
gne,  sparse di  terre, di  ville,  di  casali; in  qualche  parte
profumi “oggi” (e solo oggi) scontati  si  allontanano. Né l’odore
boschi, che si prolungano su  per la montagna.  
delle lasagne vegane sortisce qualche effetto e così dopo quaranta
minuti sono sveglio con un filo di saliva secco su un angolo della
bocca e la voce del capitano che annuncia “signori e signore,abbiamo
cominciato la manovra di approccio verso l’aeroporto di Charleroi 
dove atterreremo fra venti minuti”. Non c’è tempo di capire se 
don Abbondio abbia avuto o meno un moto di dignità.

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