Come
mi accadeva spesso, dopo qualche settimana in Italia e quando intravvedevo già i
primi segnali dell’immediato rientro a Bruxelles mi decisi a fare quanto non fatto
nel corso dei giorni passati, perché ancora avevo l’illusione
del lungo tempo a disposizione.
Non
era la prima volta che osservavo quanto i giorni al ritorno tendano a scorrere
con un ritmo più accelerato come l’apparire e il coricarsi del sole che ora
avvenivano ad una velocità sorprendente.
E
così urgentemente consapevole che il numero dei giorni si
accorciava e che la lista delle cose da fare si allungava accettavo di pranzare
con Ben. Erano passati sicuro un paio di anni dall’ultima volta che ci beccammo
ad un altro pranzo quando poi la sua auto ci lasciò pure a piedi sotto una pioggia
che veniva giù a far male. Nel frattempo aveva avuto un figlio e s’era già
separato dalla donna con cui l’aveva concepito.
Cose
che succedono.
Era
in ferie. Da qualche ora.
“Cosa prendiamo?", mi domandò.
Un’occhiata
al menu. Faceva troppo caldo per prendere qualcosa di caldo e quindi decidemmo
per un piatto di seppie e piselli bollenti. Scelta coerente, esclamammo. Con
quaranta gradi, non vuoi mangiarti delle seppie e piselli?
“Be’, prendiamoci almeno una
insalata”.
“Mi sembra il minimo.”
“Cazzo, una vita!”
“Eh, sì” rispose.
“Che dici? Com’è?” attaccai. D’altra
parte Ben è uno che difficilmente si concentra per più di dieci secondi. Avrà detto
miliardi di volte che ha il disturbo dell’attenzione. Sarà.
“Bene. Sai che mi sono allascato?”
“Allascato?”, lo fissai perplesso.
“Sì, Giulia. Finita! Boh… sarà un
anno e mezzo… sta con uno divorziato… c’avrà sopra cinquanta anni: venti più vecchio
di lei. Pensa un po’!”.
Feci
sì con il capo lasciando immaginare un “niente di nuovo”.
Gli domandai “E tu?”
“Sto con Asia: è un ‘95. Non ci sta
con la testa: una furiosa! È un annetto che stiamo insieme… insieme… si fa per
dire… e adesso se ne vola per Birmingham.”
“Birmingham?”,.
Annuì
allargando le braccia.
“Vedremo” fece scattando. “E da ieri
mi hanno pure revocato nuovamente la patente. Ti ricordi dell’incidente di
quella volta, no? Sono pure a piedi. Non so nemmeno come cazzo andarci a
lavorare”.
“E al lavoro?”
“Bene. Tiro su tremila euro al mese.
Ma giro l’Italia come una trottola partoriente. E quello sarebbe anche il meno.
Il problema sono le stecche”.
“Stecche?”
“Eh, no? Per vendere i nostri
prodotti nei supermercati devi dare delle stecche”. E abbassando la voce e
guardandosi attorno “Duemila a uno. Quattromila ad un altro. Vuoi avere uno
spazio tre per due in quel supermercato dove esporre e vendere i tuoi prodotti?
Portati a cena il buyer e poi fagli trovare una busta
con un po’ di cash. Altrimenti hai voglia a
piazzarli i tuoi prodotti là dentro.”
“Eh, sì” cercai di capire.
“Dai lasciamo perdere. Non parliamo
di lavoro che ho appena cominciato le ferie. Lo sai che sono trecento?”
“Trecento?”
“Esatto. Martedì scorso alle ventuno
e trentacinque. Le prostitute non contano.”, sorrise strizzando l’occhiolino.
“Trecento!” esclamai “robe grosse”.
Gli
venne fuori un ghigno di soddisfazione. “Ovviamente
senza considerare quelle pagate.” E mentre inviava un messaggio “Be, quelle
pagate non l’ho mai contate. Solo messe nel conto dell’azienda. Nella richiesta
di rimborso oltre alla stanza dell’hotel e un pranzo ci facevo entrare anche la
ragazza in camera”.
“Mentre stavi insieme a Giulia?”
chiesi provando ad insinuare il tarlo morale (che figlio di puttana che sono!).
“Sì, che c’entra? Ovvio… ma tanto
quella erano solo delle seghe travestite”.
“Seghe travestite?”.
“E no?!”
Stavamo
facendo la scarpetta quando una decina di carabinieri entrò dentro il
ristorante per prendersi un caffè. Ben si
agitò e prese il telefono per mandare dei messaggi.
“Tutto a posto?”
“Sì, sì. Devo solo avvisare Cla di
aspettare prima di raggiungerci”.
“Perché?”, domandai stupito, ma non
tanto.
“Come perché? Non li vedi?”
“Certo che li vedo. E allora?”
“Cla mi deve portare 5 grammi di
cristalli”.
“Cristalli?”
“Sì, cristalli. Forse è meglio che
stia ancora lì ad aspettarci.”
“Sì, forse è meglio!”
Nessun commento:
Posta un commento