venerdì 7 giugno 2019

29. Flash, Dott e Lime vorrebbero organizzarsi ma comprendono presto che senza il supporto attivo di Villo! e Jump non potranno mai ottenere nulla e nonostante una certa riluttanza alla fine decidono di coinvolgerli





29. Flash, Dott e Lime vorrebbero organizzarsi ma comprendono assai rapidamente che senza il supporto attivo di Villo! e Jump non potranno mai ottenere nulla e sebbene riluttanti decidono alla fine di coinvolgerli

Flash, Dott e Lime erano tutti concitati e si chiedevano quando sarebbe toccato loro. Ormai era diventata un’ecatombe. Poco più distanti ma in disparte c’erano anche Villo! e Jump. Il primo ormai non veniva più notato da nessuno mentre il secondo, appena sbarcato in città, faceva fatica ad avere una sua identità e la sua quota di umani.

Ogni mattina presto facevano una lista dei sopravvissuti. Di quelli che non erano stati abbandonati in qualche androne, non erano stati smontati, gettati per terra o buttati in qualche stagno.

Fortuna loro, dicevano, parlando di Villo! e Jump (ormai noti come V&J) che ogni sera venivano accompagnati senza tentennamenti in un luogo sicuro dove poter trascorrere la nottata quietamente. Al contrario Flash, Dott e Lime vivevano una condizione di pericolo costante da quando erano arrivati a Bruxelles: ogni giorno ce n’era una.
L’altra sera o meglio l’altra notte, si accingeva a raccontare Lime, aveva preso uno studente della ULB e l’aveva caricato non troppo distante dalla zona delle Istituzioni.
“Uno studente dell’ULB?” aveva subito interrogato Dott abituato ad essere pignolo aggiungendo “e da cosa avresti intuito che fosse uno studente e poi proprio perché dell’ULB?”
“Dott che noia! Sei il solito pedante. Non è che parlo a caso come fa spesso Flash!”
“Scusa? Non ho capito bene!” fece Flash ridestandosi dopo aver trafficato fino a quel momento con una manopola “come sarebbe a dire? Che cosa vorresti insinuare?”
“Lasciamo stare” risposero in coro Lime e Dott.

V&J intanto avevano avuto un moto di malcelata soddisfazione vedendo quei tre battibeccare.

“Quando siamo arrivati all’altezza di Germoir” aveva nel frattempo ripreso a raccontare Lime che dei tre era quello più curato e con una certa consapevolezza del suo essere esteticamente attraente “che cosa ha fatto l’umano?”
“Che cosa ha fatto l’umano?” ripeterono insieme Dott e Flash alzando i fanali verso il cielo e sbuffando della prolissità di Lime.
“Ha caricato un altro umano, una femmina, e io non riuscivo a trasportare quei due. Ero quasi agonizzante: ansimavo e arrancavo. E poi dopo un po’ i due umani cominciarono pure a farsi a farsi delle smancerie; insomma, un po’ di contegno!” concluse aggiustandosi il lungo tappetino.
Dott e Flash scrollarono il manubrio.

“Ah be’… vedete un po’” attaccò immediatamente Flash “ho sentito di un nostro collega finito in fondo ad un stagno dopo che una umana sbronza all’ultimo stadio è volata su un marciapiede”.

“Finito in un stagno?” sbottò Lime dando una strofinatina al fanalino e inorridito non tanto dal triste destino del collega quanto dall’idea del deturpamento della carrozzeria.
“Sì sì”, rispose Flash ancora turbato.
Al che Dott con qualche esitazione cominciò “amici… abbiamo diritto anche a noi a delle tutele. Le nostre vite sono diventate impossibili. Occorre che ci organizziamo e ci mobilitiamo; dobbiamo reclamare a clacson alto i nostri diritti di monopattini e domandare anche noi, come quei due là, dei luoghi sicuri dove gli umani siano costretti a depositarci. Lo ribadisco ancora: io non sopporto più vedere tutti quei nostri colleghi adagiati per terra, esanimi o anche solo morti dalla stanchezza”.
“Facciamo qualcosa” dissero i tre contemporaneamente mentre si voltavano a cercare i fanali di V&J ancora comodamente in sosta sull’altro lato della strada.


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